Ruoppolo Teleacras - Borsellino, "colossale depistaggio"

  • 12 anni fa
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( http://www.facebook.com/pages/Angelo-Ruoppolo/40129859538?ref=search ) Teleacras Agrigento del 17 settembre 2011. La strage di via D'Amelio. Non solo la revisione del processo, gia' a sentenza in Cassazione. Anche una inchiesta sul presunto depistaggio.
Ecco il testo :
Lui e' Sergio Lari, gia' aggiunto a Palermo, adesso Procuratore capo a Caltanissetta. Le sue sono due parole : '' colossale depistaggio ''. Cosi' Lari definisce il lavoro che fu organizzato dagli apparati investigativi e dai servizi segreti dopo la strage di Via D'Amelio, per manipolare le dichiarazioni del pentito Vincenzo Scarantino. Adesso si corre su due corsie parallele. La prima e' la revisione del processo, costruito sulle fondamenta di quanto ha raccontato Scarantino fino all' ultimo piano della Cassazione, e che ora si e' sgretolato, raso al suolo dai nuovi sviluppi delle indagini, alimentati soprattutto da Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina. Gaspare Spatuzza rivela : "la 126 poi imbottita di tritolo non l' ha rubata Scarantino ma l' ho rubata io su ordine dei fratelli Graviano". E Fabio Tranchina ricorda : " dietro ad un muretto in via D'Amelio, da dove e' scattato l' impulso del telecomando, ho accompagnato Giuseppe Graviano ''. La seconda corsia e' il depistaggio, ed il timone della Procura di Caltanissetta ha virato verso il pool del questore Arnaldo La Barbera, morto nel 2002. Si indaga su tre poliziotti componenti dello stesso pool, che, in estrema sintesi, si sarebbero adoperati per costruire e pilotare le menzogne raccontate da Scarantino. Eppure, le falsita' del "picciotto della Guadagna" hanno provocato, tra l'altro, 7 ergastoli. Ecco perche' revisione. Perche', nonostante la sentenza in Cassazione, saranno processati ancora 7 imputati gia' condannati al carcere a vita e che sarebbero estranei all'attentato in via D'Amelio. I sette sono Salvatore Profeta, cognato di Scarantino, Gaetano Scotto, Cosimo Vernengo, Giuseppe La Mattina, Giuseppe Urso, Gaetano Murana e Natale Gambino. Invece, i tre poliziotti, accusati dallo stesso Scarantino di avere pressato su di lui affinche' confermasse false verita', sono Mario Bo, oggi capo della squadra mobile di Trieste, Vincenzo Ricciardi, oggi questore di Bergamo, e Salvatore La Barbera, oggi capo della Polizia postale di Milano. Sono indagati per calunnia, e vi sarebbe anche un quarto poliziotto suggeritore, che avrebbe istruito Scarantino prima di un interrogatorio. Altro mistero da svelare, e 20 anni dopo non e' mai troppo tardi, e' la sorte della famigerata agenda rossa di Borsellino, che sarebbe sparita dalla borsa del giudice dopo l' esplosione. L' intervento del ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma: "Ho il massimo rispetto dell'autorita' giudiziaria, ci sono tutti i meccanismi per verificare se ci siano o no i presupposti per la revisione del processo sulla strage di via D'Amelio. Da ministro mi auguro che sull'omicidio di Paolo Borsellino e degli agenti della scorta ci sia il massimo accertamento e la massima trasparenza".