Conduce Marina Turco
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00:00Musica
00:00Cari nostri telespettatori, buona Pasqua dalla nostra redazione, dai nostri tecnici, dai nostri editori.
00:25È una Pasqua importante, almeno dal mio punto di vista, perché è davvero una Pasqua di passaggio, in una fase storica molto complessa, a cominciare dal nostro territorio, dalla Sicilia, fino ad arrivare in luoghi molto lontani come gli Stati Uniti, dove è in corso una crisi, se vogliamo, politica e sociale che finisce col riguardarci tutti.
00:49Oggi una puntata speciale, nella quale abbiamo pensato di sottoporvi il pensiero di due sacerdoti, che io definisco sacerdoti rock.
01:00Don Cosimo Scordato, che già soghigna, e Don Franco Romano.
01:07Benvenuti nel nostro studio, non è la prima volta che vi ospitiamo, siete anche collaboratori fissi del giornale di Sicilia, le vostre riflessioni e il vostro pensiero sono ormai per noi una necessità.
01:20E allora, andiamo per ordine alfabetico. Comincio dunque da Don Franco Romano. Come sarà questa Pasqua? È una Pasqua di passaggio e io ho pensato di sottoporvi un ragionamento che sentiremo fare anche all'arcivescovo Monsignor Corrado Lorefice.
01:36È possibile una resurrezione che riguardi noi, esseri umani, in questa fase storica?
01:42Io penso che la resurrezione sia l'annunzio dell'impossibile. Cioè, noi annunziamo un uomo morto che è vivo. È impossibile. Però per noi cristiani dovrebbe essere possibile. E come si attua questa possibilità?
02:01Se c'è la guerra, è possibile anche che ci sia la pace. Sembra impossibile. Per alcuni non è ammissibile che si parli di pace durante un periodo di guerra.
02:11Invece per me, annunciare la resurrezione significa passare dalla guerra alla pace. Così passare dalle disuguaglianze all'uguaglianza.
02:21Parleremo di grandi problemi anche oggi. E sono questi per me i problemi fondamentali della resurrezione. Se non c'è questo desiderio di superare l'impossibile e di fare in modo che l'impossibile diventi realtà, dipende solo ed esclusivamente da noi. Questo per me è la Pasqua.
02:36Padre Scordato, poi in fondo ciascuno di noi, almeno i cattolici, i credenti in generale, cercano una forma di resurrezione dopo la morte.
02:46Questa è l'aspirazione. Ma se volessimo farne una metafora per poter ricominciare a vivere più in serenità.
02:53Perché la guerra in questo momento è qualcosa che appartiene anche alle piccole forme di aggregazione.
03:01La violenza che dilaga, il conflitto, il litigare persino per uno specchietto retrovisore.
03:07C'è guerra dappertutto in questa fase. È così secondo lei?
03:10Per il credente, riconoscere che Gesù è risorto significa accettare la sua critica alla morte.
03:20Alla morte specialmente si viene provocata dagli altri.
03:24La resurrezione è una denunzia che la morte non è autorizzata da nessuno.
03:28Che ogni morte, in qualsiasi forma, viene condannata.
03:32Il che significa che si può uccidere con la parola, col silenzio, con le diseguaglianze, con le armi.
03:40In primo luogo, la risurrezione di Gesù denunzia la morte provocata dagli altri.
03:45Non è legittimata mai.
03:47E intanto tante volte l'abbiamo fatta passare nel nome di Dio.
03:51Questa è una bestemmia.
03:52Il risorto ci mette, come dire, sotto accusa per dire
03:56mai la morte potrà essere giustificata.
03:58La morte è implitta agli altri.
04:00Dove la troviamo la speranza, Don Franco?
04:03Nella vita di ogni giorno.
04:06Se siamo capaci di vivere, di dare un sorriso, di dare un abbraccio, di dare un saluto,
04:11di dare una possibilità di riflessione su quella che è la nostra realtà quotidiana,
04:16è lì troviamo la Pasqua, troviamo la vita.
04:19Quindi se saremo capaci di dare vita, di dare speranza, la Pasqua avviene ogni giorno.
04:25Non c'è semplicemente la Pasqua del 20 aprile, ma la Pasqua di tutti i giorni, di tutti i momenti.
04:32Dipende da noi la Pasqua.
04:34Se siamo capaci di dare vita, ci sarà Pasqua.
04:36Se non siamo capaci di dare vita, ci saranno guerre, distruzioni e disuguaglianze.
04:41Il punto è che questo succede già, Don Scordato, ce l'abbiamo sotto gli occhi,
04:45per cui parlare di speranza sembra quasi una sfida, sembra quasi rivoluzionario in questo momento.
04:52Per chi ha difficoltà invece a vederla la speranza, dilaga un certo pessimismo a tutti i livelli.
04:58Ma è qui che dobbiamo avere uno scatto di reazione.
05:04E quindi come comunità ecclesiale dobbiamo porgerci al di là dello status quo.
05:12Non lo possiamo legittimare in nessun modo.
05:15Perché la domanda che ci poniamo è che Gesù ha agito in un certo modo e viene ucciso.
05:19Quindi chi ha vinto? Chi l'ha ucciso? No.
05:21Che cosa ci resta di Gesù? Tutto quello che lui ha operato.
05:24La vita è come miracolo, o il miracolo che irrompe nella vita, cioè l'impossibile di cui parlavamo.
05:31Tutte cose che noi riteniamo sullo sfondo quasi poco praticabili,
05:35invece sono quelle maggiormente desiderabili e che debbono sorprenderci come vere.
05:41È possibile una pace tra gli uomini, perché siamo tutti un solo corpo.
05:46È possibile una convivenza di cooperazione, non di conflitte di dazzi,
05:50ma in cui tutti i popoli mettono insieme i loro beni e se li dividono insieme,
05:56come ci fa intravedere San Luca negli Apostoli,
05:59nella comunità, diciamo, altra, nell'altro mondo che è oggi,
06:04noi dobbiamo pensare questa possibilità di una condivisione che fa bene a tutti
06:08e che non esclude a nessuno.
06:10Fra poco parleremo anche di Palermo e parliamo dei nostri problemi,
06:15che sono proprio, come dire, esemplari rispetto a tutto quello che sta accadendo nel mondo,
06:21essendo tra l'altro la nostra terra alle prese con drammi storici.
06:27Sentiamo prima l'Arcivescovo, Monsignor Lorefice, in questa prima parte di intervista.
06:32Arcivescovo, proviamo a fare un ragionamento sulla Pasqua di resurrezione,
06:38una resurrezione che forse serve a tutti nel mondo in questo momento
06:42e la metafora della resurrezione di Gesù Cristo può essere utile anche per cercare la via del riscatto.
06:49Che ne pensa?
06:50Beh, certo. La Pasqua di Gesù e la sua vittoria sulla morte
06:57è una vittoria che si fonda su come lui sia pensato Messia, Cristo, l'inviato di Dio,
07:08a partire da una donazione totale della sua vita.
07:12La cifra della vita di Gesù è il dono di sé, l'amore.
07:16E credo che questa nostra famiglia umana, al di là se poi riconosce in Gesù il figlio di Dio,
07:23il Messia di Dio, ha bisogno di riaccendere il cuore dell'amore,
07:28di fare, direi, una sorta di obiezione di coscienza nei confronti di questo individualismo,
07:34di questa indifferenza che nasce alla fin dei conti dalla dispersione
07:37che semina sempre di più questa cultura idolatra del profitto
07:45che crea appunto individualismo, tensione, insicurezza, guerre.
07:50E quindi credo che sia il messaggio dell'amore che vince anche la morte.
07:58Tanta violenza attorno a noi, proprio in questi giorni, un femminicidio,
08:03una giovanissima studentessa uccisa da un ragazzo rifiutato, un bimbo morto tragicamente
08:10e tanti episodi di cronaca.
08:12Che idea si è fatto di quello che sta succedendo e di tanti ragazzi coinvolti in questi casi di cronaca?
08:17Beh, è chiaro che c'è una crisi, una crisi che attraversa, no, in questo momento la società,
08:27è una crisi che io porrei a livello di comprensione del senso della vita,
08:31è una crisi antropologica e credo che influisca non poco proprio le scelte che abbiamo maturato,
08:40mettendo al centro l'idolatria del profitto, è chiaro che l'altro perde il profilo di persona umana
08:47e cresce l'autoreferenzialità, cresce dunque l'insicurezza, la paura, l'incertezza.
08:54Oggi i giovani hanno delle ricchezze meravigliose, i giovani non sono cattivi.
09:01Forse siamo noi adulti che dobbiamo riscoprire e ritornare ad avere un altro senso della vita
09:10che non sia appunto l'individualismo e l'idolatria del denaro.
09:15Da questo punto di vista allora forse la Pasqua ha qualcosa da dire a noi tutti.
09:23Direi a maggior ragione per chi porta il nome di Cristo, per chi è cristiano,
09:29perché dobbiamo stare attenti che anche noi cristiani non abbiamo fatto della nostra vita qualcosa d'altro
09:35rispetto al senso ultimo che ci dà la Pasqua del Signore, che anche noi non abbiamo acquisito alcune logiche.
09:42Ha maggior ragione se poi è questa la testimonianza che i cristiani debbono dare nel mondo.
09:49Il primato di un Dio che vuole la terra non come un campo di battaglia, ma come un giardino fecondo di vita.
09:56Un giardino fecondo di vita.
09:58E poi la questione degli adulti.
10:00Siamo tutti adulti.
10:01Anche voi sacerdoti siete adulti.
10:03La Chiesa è adulta.
10:04In che cosa stiamo sbagliando, ciascuno nel proprio ruolo?
10:08Possiamo parlare di una crisi che riguarda tutti i corpi sociali?
10:13Probabilmente sì.
10:14Siamo in una situazione in cui il mondo forse sta cambiando totalmente se stesso.
10:22Sia da un punto di vista politico, sia da un punto di vista religioso, sia da un punto di vista sociale.
10:27Quindi questi cambiamenti devono essere ben diretti e devono avere un linguaggio adatto a tutti.
10:35Quello che ci manca probabilmente oggi è la comunicazione di una speranza che viene vissuta nella giustizia e nell'uguaglianza.
10:44Abbiamo dimenticato forse questi due concetti fondamentali per la convivenza umana.
10:49La giustizia che è un'equa distribuzione anche delle ricchezze, l'uguaglianza che è il rispetto di ciascun uomo.
10:57Per me risorgere significa dare speranza attraverso un lavoro duro, quotidiano, nella realtà dura della vita.
11:06Non dobbiamo mai scoraggiarci, questa è la cosa fondamentale.
11:09C'è qualcosa rispetto alla quale anche il ceto sacerdotale si sente indebolito?
11:16Voglio dirvi con molta franchezza che negli ultimi anni mi è capitato, per ragioni varie di lavoro, di ascoltare omelie.
11:25C'è una debolezza nel linguaggio?
11:29Forse anche il ceto sacerdotale potrebbe fare uno sforzo in più, che fosse di carattere intellettuale,
11:35o mettersi più in gioco, non per esentare tutti gli altri da critiche, perché in primis noi genitori abbiamo responsabilità enormi rispetto alla questione giovanile.
11:45Padre Scordato?
11:45Ma guarda, io vorrei usare una metafora a questo riguardo, che riguarda sia noi presbiteri che parliamo,
11:54sia le persone con cui ci incontriamo.
11:57C'è qualcosa di sepolto in ciascuno di noi, che non riusciamo a tirar fuori.
12:01C'è qualcosa di inespresso, c'è qualcosa di bloccato, che ci rende incapaci di venire poi all'incontro vero,
12:11in cui ci sorprendiamo, la sorpresa della Pasqua è sorprendersi di se stessi, che si può essere diversi,
12:20e degli altri che possono offrirci qualcosa di bello, che ancora è sotterrato sotto questa lapide.
12:27Ebbene, innescare un processo di disseppellimento della bellezza e del desiderio di amore che c'è in ciascuno,
12:37e giocare su questo, proprio non andando avanti per reazione, mi ha offese quindi, no, no,
12:43faccio cadere all'offesa, punto a un'altra cosa, che è più bella per lui e per me.
12:48Ma le chiedo molto provocatoriamente, che cosa ci può stare in mezzo alla rabbia accumulata a tanti livelli,
12:54e alla bellezza, alla bontà, al desiderio di amore di cui lei parla?
12:58Quale può essere una forma di normalità o di equilibrio fra queste nature possibili nell'essere umano?
13:03Che quando ci si sveglia al mattino e si comincia a vivere in famiglia, al lavoro, a scuola, o ci si incontra,
13:10c'è un'opportunità che è offerta a tutti.
13:15Viviamo per essere un dono reciproco e accogliere l'altro come una sorpresa,
13:22oppure l'abbiamo già dato per scontato e non ci aspettiamo niente, né da noi né dagli altri.
13:27E la sorpresa dov'è?
13:29Mettersi in gioco, lei dice, proprio sotto tutti i punti di vista.
13:34Don Franco, le chiedo, abbiamo visto accadere di tutto, ne abbiamo parlato anche con l'Arcivescovo,
13:39e nella seconda parte lo sentiremo ancora, ma voglio anticipare un tema.
13:43Al Vescovo ho chiesto, a proposito dei tanti arresti di mafiosi in città,
13:49stiamo parlando di 200-250 arresti in due mesi, questo significa che c'è dietro tutto un mondo.
13:56Io ho stimato circa 10.000 persone.
13:59Come si parla a questa gente che probabilmente è destinata a forme di sofferenza, anche economica,
14:06sottolineo, perché se vengono meno i capi mafiosi è chiaro che anche gli affari calano in qualche maniera.
14:13Che cosa pensate di questo?
14:16Purtroppo devo dire che la realtà degli arrestati è una minima realtà.
14:22Nella nostra città si vive un'esperienza di mafia quotidiana.
14:29Le nostre zone periferiche sono pieni di questo tipo di mentalità.
14:35È difficile entrare in queste dimensioni.
14:39Io penso che abbiamo purtroppo sottostimato il problema della mafia,
14:44il problema di un modus vivendi che ormai è molto radicato nella nostra gente.
14:49Quasi identitario. Io dico azzardo questo.
14:53Quasi c'è una rivendicazione di un identitarismo mafioso che noi stiamo drammaticamente sottovalutando.
15:00Sì, totalmente.
15:01Io vorrei evidenziare che la mafia ci espropria del diritto di essere cittadini normali,
15:08ci espropria del funzionamento ordinario delle cose.
15:11Quindi la vera risposta alla mafia ce n'è una frontale che è la repressione e vanno...
15:19Però c'è una risposta, quella più vera, di fare funzionare questa benedetta aggregazione che è lo Stato,
15:28che sono i servizi che dovremmo poter offrire, fare funzionare la città nella normalità dei suoi servizi,
15:34non fare mancare niente a nessuno, per cui non c'è bisogno di ricorrere a nessun appoggio esterno o inquinante
15:41che poi compromette la vita ordinaria delle persone.
15:45Abbiamo bisogno di vita ordinaria.
15:48Ne avete incontrata di gente che ha questo tipo...
15:51Io penso che si intuisca il modo di pensare, di persone che non hanno avuto altri modelli.
15:58Ne avete incontrato, penso, durante la vostra militanza, oserei dire, nei quartieri difficili?
16:03Difficili.
16:05Purtroppo, devo dire di sì, che non si ha coscienza a volte di questo fenomeno che è la mafia, perché è vita vissuta.
16:15Sì, sono codici, c'è poco da fare.
16:17Ma a parte i codici, proprio non c'è né codice né altro, è la realtà vissuta giorno per giorno.
16:22Le realtà periferiche sono totalmente abbandonate.
16:26Ha ragione Don Cosimo quando dice che dovremmo far funzionare la città in maniera normale.
16:31Noi stiamo tentando, con un nostro progetto che verrà pubblicizzato, penso, verso settembre-ottobre,
16:39di ricucire queste zone esterne, queste zone periferiche, con il centro città
16:46e realizzare un momento di speranza e di vita vissuta giorno per giorno dalla nostra città.
16:52Se ci riusciremo sarà un grande servizio.
16:54Non mi avete scordato, vede Don Pino Puglisi, il beato Don Puglisi, c'è una gigantografia accanto al vescovo.
17:02È proprio quello che diceva Don Puglisi, dobbiamo ripartire dalle periferie, è lì che ci ha rimesso la vita.
17:09E negli ultimi giorni, insomma, retate, faide mafiose, anche di piccolo cabotaggio, coltellate.
17:16C'è un modo proprio di regolare tutte le relazioni in questa maniera.
17:21Ma che cosa pensa di questo?
17:23Guardi, io penso di poter tradurre la testimonianza di Don Pino, contro il buio accende una luce.
17:31Il buio è tutto quello che abbiamo sotto i nostri occhi e che ci annebbia la mente,
17:36ci rende quasi impossibile pensare diversamente.
17:39Fa bene Don Franco a dire, tante volte si tratta di una mens diffusa nei comportamenti.
17:44Andiamo al positivo, in nome del progetto di cui parla Don Franco è più bello si può.
17:52E quindi non sfidare sul negativo a cui debbano lavorare i magistrati, la forza dell'ordine, eccetera,
18:00ma scatenare, per così dire, liberare la forza di bellezza che tutti noi desideriamo.
18:07E il sottotitolo qual è?
18:08E di Don Pino, se ognuno fa qualcosa, è lì che siamo sfidati a non essere solo spettatori di qualcosa
18:16che ci incombe e su cui non possiamo fare niente.
18:19Faccio la mia parte, piccola per quanto sia, se entri in sinergia con tutti,
18:24allora è un sogno che diventa realtà.
18:26Tengo in serbo una domanda, prima ci fermiamo qualche istante e poi di nuovo in studio.
18:39Lo sapevi che...
18:41I prodotti monouso non sono tutti uguali.
18:45Quelli in bioplastica, materiale ecocompatibile, frutto di ricerca e innovazione,
18:50sono compostabili e alleati dell'ambiente.
18:52Per questo Natural Bibo realizza i suoi prodotti in bioplastica prevalentemente con biopolimeri di origine vegetale,
19:00da fonti rinnovabili e non in competizione con la filiera alimentare.
19:05Sostenibilità e praticità tutte italiane.
19:08I prodotti Natural Bibo sono compostabili e idonei per l'utilizzo con qualsiasi tipo di cibo o bevanda calda.
19:15E dopo l'utilizzo devono essere gettati nell'umido assieme agli scarti alimentari,
19:19così da essere trasformati in compost negli impianti di compostaggio
19:23e contribuire alla creazione di un circolo virtuoso.
19:27Natural Bibo, la tua tavola ecosostenibile.
19:33Adesso lo sai!
19:34Riflessioni sulla Pasqua, sentiamo ancora l'Arcivesco Volorefice.
19:44Lei ha impostato una pastorale dei giovani con un ritmo molto intenso in questi anni.
19:50Dal suo punto di vista, come si può colmare questo divario fra generazioni?
19:56Ci sono mondi che comunicano di meno, come diceva lei, quello degli adulti e quello dei giovani.
20:01Beh, è chiaro che siamo in un contesto che fomenta l'indifferenza, ma non significa che i giovani siano indifferenti.
20:12E per questo c'è bisogno anche di una presenza significativa.
20:17Gli adulti abbiamo da riscoprire una presenza significativa.
20:23Viviamo da indaffarati, forse lasciamo soli.
20:29Con questa vita indaffarata siamo noi che creiamo grande solitudine, incertezza, paura,
20:35che poi certamente rischia di sfociare nei gesti più eccessivi,
20:41così come, ahimè, stiamo vedendo anche nella nostra diocesi.
20:45Femminicidi aumenta soprattutto la dispersione dei giovani illusi da queste false felicità
20:57che venditori di droga vogliono seminare, ma per fine di lucro.
21:03Sappiamo che su questo la mafia sta impiegando non poco.
21:09Ecco perché si tratta realmente di fare, direi, alleanze educative, formative, di starci,
21:17di ripensare gli stili di vita e noi adulti abbiamo delle grosse responsabilità.
21:22Gli adulti sono anche politici e amministratori.
21:25Rispetto alla battaglia che lei ha condotto assieme ad associazioni e a genitori
21:30che hanno perso figli vittime del crack, che notizie le arrivano?
21:34Ci sono stati diversi passi avanti, ma adesso occorre l'attuazione delle leggi, no?
21:39Eh beh, senza dubbio, e potrebbe essere ancora una volta questo l'appello,
21:45che non ha nessun'altra intenzione, non è motivo di populismo, è un appello.
21:54Servitori delle istituzioni, non facciamoci distrarre da altro.
22:01I nostri figli, i nostri giovani hanno bisogno anche di un'attuazione della legge,
22:07quella regionale che appunto è stata votata, c'è un primo finanziamento,
22:13ma abbiamo bisogno dei decreti attuativi.
22:16Ma poi è una sfida culturale, certamente anche questa legge potrà fare la sua parte,
22:22perché abbiamo bisogno di accompagnare le famiglie, i giovani,
22:25di presidiare anche i luoghi dove i giovani purtroppo si ritrovano illusi
22:34e per questo allora il mio ennesimo appello.
22:40Se noi guardiamo ai più fragili, forse cambia e si trasfigura in meglio la città degli uomini.
22:46Ci sono state diverse retate, una molto importante, 180 mafiosi arrestati.
22:52Questo significa che esiste un corpo sociale mafioso nel cuore di Palermo.
22:56Immaginiamo familiari, amici, almeno 5, 6, 10.000 persone.
23:01Che cosa si può dire a questa Palermo?
23:04Beh, io potrei dire questo.
23:07È chiaro che è un fenomeno complesso, è chiaro che la mafia continua a irradiare i suoi subdoli poteri
23:18e direi a maggior ragione se le istituzioni non sono capaci di rispondere ai bisogni fondamentali.
23:27È chiaro che l'istituzione parallela ma certamente malevola della mafia
23:36può avere presa nella gente.
23:40Perché oggi penso a che cosa non sia lo spaccio.
23:45Oggi le famiglie possono avere uno stipendio, possono vivere, possono avere una casa,
23:50possono avere un pane perché c'è lo stipendio che arriva da mano mafiosa per lo spaccio della droga.
23:58È solo una esemplificazione.
23:59Quindi ecco perché dobbiamo concentrarci sulle cose essenziali.
24:03Questo è il primo livello.
24:05E poi è la sfida mentale, culturale, che deve passare attraverso gli adulti,
24:11attraverso le scuole, attraverso le parrocchie, attraverso i luoghi delle aggregazioni.
24:16È lì che noi dobbiamo fare realmente il grosso del nostro lavoro.
24:23E poi, se mi permette, oggi c'è tanta sfiducia nelle istituzioni per la controtestimonianza
24:30di chi le rappresenta.
24:32E quindi qui c'è la sfida della credibilità.
24:35E sapete bene a chi mi riferisco.
24:37Qualcuno che questa parola l'ha utilizzata fino all'effusione del suo sangue.
24:42Secondo me è interessante quello che dice l'Arcivescovo.
24:46Una parola su questo, la sfida della credibilità.
24:49Dice riguarda tutti, riguarda anche noi, anche la Chiesa.
24:53È così?
24:55Chi vuole rispondere?
24:56Certamente.
24:56Penso che anche nella Chiesa ci siano problemi di credibilità e di testimonianza.
25:01Tante volte, sia Padre Cosimo sia io, ci troviamo in difficoltà di fronte a certi atteggiamenti della Chiesa
25:12nel suo insegnamento, nella sua presenza nel territorio.
25:18Tante mancanze che sono attribuibili anche alle strutture legali.
25:24Penso, è una mia fissazione probabilmente, uno degli elementi più negativi
25:30della nostra Chiesa e il suo codice di diritto canonico.
25:34Noi non siamo una comunità da codice, siamo una comunità da beatitudini,
25:39cioè coloro che devono andare oltre.
25:41Però tante volte, anche insieme alla Chiesa, ci sono uomini,
25:46come in qualsiasi altra organizzazione o istituzione, che sbagliano.
25:51E dovremmo avere il coraggio di saper sempre chiedere perdono.
25:55E non solo chiedere perdono, ma cercare di agire in maniera totalmente diversa.
26:01È solo attraverso la testimonianza che si crea una società, che si crea una comunità
26:06e quindi una realtà di uomini liberi, saggi, forti e speranzosi.
26:13Padre Scordato, a chi può parlare un progetto come quello cui state lavorando?
26:18Dal vostro punto di vista c'è disomogeneità nella comunità di una città grande,
26:24una città come quella di Palermo, che si misura con fenomeni atavici e incrostazioni veramente antiche?
26:31Ma è rivolto a tutti che diventino soggetti loro.
26:36Quindi non è che siamo noi che ci rivolgiamo.
26:37Non c'è secondo lei una borghesia sonnolenta? Vado al punto.
26:40Ma non solo. Abbiamo bisogno di risvegliare e di disotterrare dalle scuole, dalle parrocchie,
26:48dalle aggregazioni, dalle presenze nel territorio, questa voglia di riprendersi in mano la realtà.
26:56Quindi non una cultura della morte che acquiesce tutti, che ci mette tutti a tacere,
27:02che ci toglie la parola e la voglia di vita, ma al contrario una cultura della vita
27:07che ha voglia di riprendersi in mano tutto per dire ci siamo noi e ognuno è artefice con gli altri
27:14di un miglioramento della realtà, del proprio quartiere, della propria città, del mondo intero.
27:19O la risurrezione di Gesù è un appello a un risorgere a tutta l'umanità e al cosmo intero
27:27che sia un giardino vivibile per tutti, questa nostra terra,
27:30o altrimenti rischiamo di relegarla a fatti episodici, interioristici e marginali.
27:39Quindi è una grande scommessa quello che siamo chiamati a condividere,
27:44senza avere presunzioni sugli altri.
27:48Ci vuole mobilitazione, questo è quello che state facendo.
27:51Non si può stare con le mani in mano.
27:53Ma riconosciamo anche tutto quello che di bello e di buono si muove nella vita di tutti.
27:58Perché c'è, da qualche parte c'è e si annida.
27:59Sicuro che c'è.
28:01A proposito, volevo sollecitarvi anche su un altro tema, un po' più personale.
28:05Entrambi siete stati sacerdoti in chiese interessanti,
28:10lei all'albergeria, Don Scordato, lei Don Franco a Bocca di Falco.
28:14Stiamo parlando di luoghi che costituiscono periferie anche nel centro della città,
28:20per mentalità, per problemi, per abbandono da parte delle istituzioni, lo possiamo dire.
28:26Adesso come va che siete in pensione? Vi manca quell'attività?
28:29No, va abbastanza bene perché ci dedichiamo ad altro, ci dedichiamo agli amici, ci dedichiamo allo studio.
28:36Siamo sempre presenti nella pastorale diocesana, cerchiamo di dare il nostro contributo giorno per giorno.
28:42Essere in pensione non significa starsene con le mani in mano, infatti anche questo progetto che abbiamo pensato
28:49mira a rendere la nostra città più civile, a renderla più partecipe, come diceva Cosimo,
28:57perché ognuno faccia qualcosa, per la bellezza.
29:01È un progetto forse da sogno, però se perdiamo il sogno...
29:06L'impossibile di cui parlava lei.
29:08Perdiamo la possibilità di rendere possibile ciò che sembra impossibile.
29:14Per noi risorgere significa proprio questo, dare speranza, attraverso tutte le forze che vengono fuori dai vari quartieri,
29:22che sono ricchissimi, anche dal punto di vista artistico.
29:25Abbiamo notato, incontrando i vari consigli di quartiere, come ognuno tiene alle bellezze che ci sono nel proprio ambiente...
29:32Anche bene il telegiornale, cerchiamo in qualche modo di compensare, di far vedere tutto il bello che c'è,
29:38ma talvolta veramente la cronaca ci sotterra e questo è un po' il tema, no?
29:43E allora bisognerebbe andare anche oltre la cronaca.
29:46Ma beh, sì.
29:47Bisogna andare nei quartieri, nella vita.
29:49Quello che stiamo facendo, noi non vorremmo far venire fuori esclusivamente l'elemento bello,
29:55che sarebbe quasi fuorviante, ma far venire fuori la vita vera.
30:00Anche la cronaca fa venire fuori la vita brutta e la vita bella viene messa da parte.
30:06Invece abbiamo bisogno anche di essere coinvolti nella bellezza.
30:09Se non siamo coinvolti continuamente, giorno per giorno, negli elementi belli che ci sono,
30:14incontrando i quartieri, abbiamo visto questa bellezza che viene fuori l'esigenza.
30:20Voglio fare vedere una foto recentissima del Papa, una foto di ADN Cronos, cito la fonte,
30:26il Papa con i naselli.
30:28Se vogliamo questo uomo, questo monarca assoluto, perché è un monarca assoluto,
30:32l'unico, credo, in Europa, forse tra i più rari del mondo,
30:36ha risposto alle insidie della malattia. È un esempio di resistenza veramente unico e solo.
30:42Che cosa ci dice questo uomo? È un esempio isolato, non ha niente a che vedere con gli altri leader del mondo
30:48che in questo momento invece si fronteggiano come galli nel pollaio, non scordato.
30:53Io vorrei ribaltare la cosa. Il Papa è un paziente qualsiasi.
30:58E di pazienti che sanno sopportare le malattie ne abbiamo piene le case e gli ospedali.
31:03Credo che il Papa ci voglia riportare alla normalità della vita, che è un gesto quotidiano.
31:10Alzarsi la mattina, andare a lavorare, farsi passare la stanchezza,
31:15accudire al bambino che piange, seguirlo nelle sue malattie, le insicurezze del lavoro.
31:20Tutto questo è divino.
31:23E il Papa ce lo sta mostrando nella sua persona, ma non perché lui voglia fare una cosa diversa,
31:29ma perché ci ha avuto a interpretare tutto questo gesto di amore quotidiano che c'è nelle nostre famiglie,
31:36nei nostri rapporti, che è anonimo, ma è quello che alimenta la possibilità di vivere.
31:42Perché se i genitori non si amano e portano alla luce un bambino, l'umanità muore.
31:48Però sentivo l'altro giorno un grande psichiatra, Vittorino Andreoli, che diceva
31:52che i nostri figli non vengono più allevati davvero dai genitori perché ci sono agenzie educative
31:57barra diseducative come la rete, insomma i bambini non stanno più così tanto con i genitori
32:02che devono rincorrere tante cose, il lavoro, la realizzazione e quindi bisogna anche occuparsi
32:09di agenti diseducativi, no?
32:11E allora dobbiamo ridimensionare questo essere assorbiti in una corsa che il capitalismo ci impone.
32:19di attenzione, perché dietro c'è un sistema che guarda alla produzione e al proprio interesse.
32:25Dobbiamo metterlo in folle, nel doppio senso, di interromperlo, sia di dichiararlo folle,
32:33perché è una folle cosa che ci porta alla mente.
32:35A proposito di capitalismo, vi faccio vedere Trump e con Trump chiudiamo, perché sembra
32:39lontano ma le conseguenze delle scelte del Presidente americano ci riguardano tutti da vicino,
32:45abbiamo visto anche noi in Sicilia con la questione dei dazi, sono stati sostanziali,
32:49spesi, forse domani cambierà idea, insomma sono comportamenti davvero difficili da prevedere.
32:55Cosa pensate di questo momento? Per chiudere.
32:58Io vorrei fare la differenza fra le due immagini che abbiamo visto, quella del Papa e questa
33:04di Trump.
33:04Il Papa mi ha fatto l'impressione di un uomo pensieroso, quasi oppresso dal dolore del mondo.
33:14È lui che forse nel suo cuore pensava a questa risurrezione.
33:19Come diceva giustamente Cosimo, lo vedevamo nella sua realtà naturale, nella sua realtà
33:29umana, ed è la realtà che noi portiamo avanti con il grande mistero dell'incarnazione.
33:35Dio è lì, è in quell'uomo, è in ciascun uomo, è in ciascun bambino.
33:39Certamente non vedo Dio nell'immagine di Trump che è corrucciato, arrabbiato, forse non
33:48è cresciuto, è rimasto un adolescente che vuole tutto per sé.
33:51Come se avesse sentimenti di rivalza perenni.
33:54Sì, e non vuole dare nulla agli altri.
33:57Non è diventato una persona matura, è rimasto un adolescente che vuole tutto per sé e poi
34:02quello che succede, succede, non ha importanza.
34:04È l'irresponsabilità massima.
34:06In una frase per chiudere, Don Cosimo.
34:10Ho imparato che noi abbiamo diritto di essere bambini fino a quando chiediamo agli altri,
34:15agli adulti, ma diventiamo adulti quando abbiamo la gioia di saper donare e di vedere gioire
34:22i bambini, ma solo allora diventiamo adulti.
34:26Grazie a tutti e due, è un piacere conversare con voi, comunque la si pensi, davvero.
34:31Buona Pasqua ancora.
34:32Buona Pasqua ai nostri ascoltatori e alle famiglie.
34:35E ai vostri lettori che vi incontreranno nuovamente sul giornale di Sicilia.
34:39Speriamo presto.
34:39E presto per un progetto.
34:41Grazie ancora, saluto tutto il nostro pubblico, torniamo come sempre in diretta con i telegiornali
34:48e con le nostre produzioni.
34:49Arrivederci, auguri, buona Pasqua e buona Pasquetta domani.
34:51Grazie.
34:52Grazie.
34:53Grazie.
34:54Grazie.
34:55Grazie.
34:56Grazie.
34:57Grazie.
34:58Grazie.
34:59Grazie.
35:00Grazie.
35:01Grazie.
35:02Grazie.
35:03Grazie.
35:04Grazie.
35:06Grazie.
35:07Grazie.
35:08Grazie.