Quando le donne si chiamavano madonne
  • 6 anni fa
I giovani Gisippo, Ruberto e Tazio giungono a Prato per assistere alla condanna al rogo dell'adultera Giulia, la quale ha tradito il marito Romildo perché pigro e impotente durante l'atto sessuale. Dato che la fanciulla nel difendersi ancora una volta si dimostra convincente e colpisce l'animo del giudice, ottiene il permesso di riprovare a fare l'amore ancora una volta.

Dato che uno dei tre giovani protagonisti nella piazza ha appoggiato l'apologia di Giulia, i ragazzi vengono invitati in casa dello zio di Romildo, dove hanno la possibilità di abbandonarsi ai piaceri più sfrenati e volgari. Infatti lì vi sono tre vogliose ragazze di nome Peronella, Francesca e Lucia. Sebbene la prima sia facile da conquistare, le altre due sono timorose e diffidenti degli spasimanti, in quanto una possiede uno zio frate molto geloso, anche se in realtà è un gran gaudente, mentre l'ultima ha paura di confrontarsi con l'altro sesso.

I due giovani, travestendosi da donne, per di più una incinta, riescono a vincere i timori delle fanciulle e a possederle. Alla fine accade anche che i tre ragazzi, ringraziata Madonna Giulia, continuano a perseguire le loro avventure sessuali, mentre la condannata, per essere assolta, offre i suoi favori da gran seduttrice e prostituta al Giudice Don Cecco.
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