Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno
  • 8 anni fa
In un violento e rozzo alto medioevo, alla corte del re longobardo Alboino giunge il villano Bertoldo, entrato nelle grazie del re con un'astuzia che ha molto divertito il sovrano. Invitato a pranzo, Bertoldo viene messo alla prova dai commensali e dimostra di avere una risposta per ogni quesito. Alboino però gli tende un tranello. Nell'atto di offrirgli un cappone ripieno, giura di fare al villano esattamente quello che egli farà all'animale. Bertoldo la scampa di nuovo, infilando le dita nel didietro del cappone e mangiandone il contenuto.

Tornato ad Acquamorta, il suo villaggio di capanne nella palude, Bertoldo trova il figlio sciocco Bertoldino che sta covando le uova dell'oca Nerina. La moglie Marcolfa ha infatti ceduto il pennuto, una coperta e una fiasca di vino a frà Cipolla da Frosolone, per avere in cambio una strabiliante reliquia: la penna dell'arcangelo Gabriele. Bertoldo mangia la foglia e parte con Bertoldino e il somaro Cavallo all'inseguimento di fra Cipolla.

Raggiuntolo nella grotta in cui si è accampato, il villano scopre una vera e propria riserva di penne dell'arcangelo Gabriele. Minaccia allora il frate di rivelare a tutti la verità, ma Bertoldino manda tutto a monte. Pur avendo recuperato l'oca (Cipolla ha già bevuto tutto il vino), Bertoldo decide di giocare un tiro al sant'uomo. Nottetempo s'introduce nuovamente nella grotta e sottrae le penne, sostituendovi un mucchio di carbone. Cipolla si accorge dello scambio solo l'indomani, durante la messa.
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