Iran, nucleare: irritazione del Ministro degli Esteri Zarif in intervista a euronews
  • 10 anni fa
Primi passi diplomatici sul nucleare iraniano dopo la firma dell’accordo preliminare di Ginevra del 24 novembre: il Ministro degli Esteri di Teheran, Omar Zarif, ha ricevuto una delegazione dell’Unione europea alla vigilia della sua visita a Bruxelles, dove incontrerà la titolare della diplomazia dei 28, Catherine Ashton. E in giornata Zarif ha parlato anche al telefono con il Segretario di Stato americano, John Kerry, al quale ha espresso la propria delusione per la recente decisione di aggiungere una decina di nomi alla lista nera dei sospettati di violare le sanzioni da tempo imposte dagli USA contro l’Iran.

E proprio sulle sanzioni americane, Zarif ha detto all’inviato di euronews:

“La decisione americana dimostra una mancanza di comprensione sul modo di procedere per risolvere il tema nucleare. C‘è chi pensa di poter ottenere risultati mettendo l’altro sotto pressione. È un errore: la pressione ha prodotto 80.000 centrifughe in Iran. Quindi se vogliono continuare su quella strada sono liberi di farlo, ma questo non darà risultati.
Ora che la comunità internazionale, cioè il governo degli Stati Uniti e gli altri Paesi del 5+1 e l’Iran hanno deciso di procedere con un percorso chiaro per la risoluzione del problema nucleare, penso che bisognerebbe abbandonare politiche ed approcci già falliti e adottarne di nuovi.
Queste iniziative fanno deviare il processo in corso, ma penso che ci sia la volontà politica da parte di tutti per assicurarsi che il processo continui.
L’Iran reagirà a qualunque azione che riterremo inaccettabile o contraria all’ottica di una soluzione”.

La settimana scorsa Lei ha detto al Time Magazine che se gli Stati Uniti avessero adottato nuove sanzioni, l’accordo si sarebbe dovuto considerare defunto. Ha cambiato idea?

“No, non ho cambiato idea: se il Congresso statunitense adottasse nuove sanzioni, o se lo facesse l’amministrazione attraverso un ordine esecutivo, questo sarebbe contrario agli accordi di Ginevra.
Una cosa del genere implicherebbe la rottura dell’accordo, perché lo avrebbero violato loro.

Penso che le azioni che sono state decise dal Dipartimento del Tesoro americano non siano utili, ma questo non significa che abbiano violato la lettera dell’accordo di Ginevra.

Cioè, hanno adottato delle decisioni che possono mettere in dubbio la loro volontà effettiva di risolvere la questione nucleare con il negoziato, e questo è un brutto colpo. Ma non vuole ancora dire che abbiano fatto qualcosa di talmente grave da uccidere il processo in corso”.
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